Sfogliando l’archivio di Dante Zeno sono numerosissime le tracce della sua attenzione paterna verso i propri familiari – coi quali anche nelle corrispondenze più operative non manca mai un tratto di dolcezza e di attenzione al tessuto del quotidiano – ma anche verso i dipendenti e i loro cari. Un’attenzione spesso ricambiata con gratitudine, come mostrano le letterine con cui Elena e Luigino – probabilmente figli di dipendenti – lo ringraziano per i doni che ha fatto loro avere.

Ma quando a scrivere è invece il giovanissimo e già intraprendente Alessandro, che “contratta” con il nonno il dono di un’agendina – anzi di un «notes Fiat»? Ecco che scopriamo una precoce vocazione alla contrattazione e all’argomentazione del futuro Avvocato, che con disegni chiarificatori e alternando toni perentori a tentativi più suadenti intima al nonno di scegliersi un’altra agendina – lui può averne quante ne vuole! – e donare a lui la propria, così bella!

Un’azione decisa e chirurgica che non tralascia nessuna strategia, nemmeno un tentativo di alleanza con la nonna… Ma alla fine Dante Zeno avrà ceduto l’agenda al nipotino? Sarà stato infine raggiunto l’oggetto del desiderio?

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