Capitano a riposo e riservista, prima che imprenditore. È Dante Zeno Rubelli, che – memore anche del proprio ruolo di servitore dello Stato – in numerose occasioni mostra una cura sincera e cordiale verso coloro che condividono con lui il pezzo di storia e di terra che gli è dato da vivere.
Ne fanno mostra, tra i tesori nascosti dell’archivio, alcune ricevute di donazioni: all’amico cavaliere, per esempio, che repentinamente ammalato e allettato presso l’Ospizio dei cronici chiede con fiducia il suo aiuto, ricevendolo; o ai reduci garibaldini e all’associazione degli ex combattenti, in memoria dei propri trascorsi nell’esercito e del proprio ruolo di riservista.
Sono solo alcuni segnali, i più clamorosi forse ma non certo i soli, di un’attenzione che emerge spessissimo nella sua corrispondenza, anche in quella più professionale e “arida”: l’attenzione a un vivere equanime e cordiale, a rendere quando possibile ciò che si ha avuto. Senza clamore, con discrezione: il bene per tutti, come si può.
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